Visita del padre missionario alla comunità del nostro seminario - di Domenico Lamanna (seminarista)
Nel contesto del mese missionario, dal 17 al 24 ottobre, la comunità del Seminario si è soffermata, come da tradizione, sul tema della missione, così come lo stesso Pontefi ce, sin dal giorno della sua elezione ci spinge a fare: «L’intimità della Chiesa con Gesù è un’intimità itinerante, e la comunione si confi gura essenzialmente come comunione missionaria» (Evangelii gaudium, 23). Il GAMIS (gruppo animazione missionario in Seminario) ha organizzato alcuni momenti di preghiera e di rifl essione che si sono conclusi con la visita di un padre missionario: padre Giorgio Padovan MCCI, religioso comboniano. La settimana di preghiera si è aperta con il Rosario missionario, animato dallo stesso gruppo per tutta la comunità, affi - dando alla protezione della Vergine Maria la Chiesa stessa che per costituzione è missionaria, sull’invito di Gesù: «Andate e fate mie discepole tutte le nazioni» (Mt 18,19) e tutti coloro, laici e presbiteri, che donano la propria vita in quelle parti del mondo dove ancora la Buona Novella non è arrivata, predicando Gesù, Amore crocifi sso e risorto Padre Giorgio ha fatto visita alla nostra comunità dal 20 al 24 di ottobre. Ha spezzato per noi ogni mattina il pane della Parola e dell’Eucaristia trasmettendoci la bellezza ed il valore della gratuità, della vita donata e della carità tradotta in opere di misericordia corporali e spirituali.In un incontro con la comunità ha presentato la missione come paradigma per la conversione ponendo un interrogativo ad ognuno di noi: “Sei tu missionario che porti Cristo agli altri o è Cristo che porta te per convertirti?”. La conversione passa attraverso la missione proprio perché i poveri sono teofania, cioè manifestazione di Dio. Il missionario, ci ha ricordato padre Giorgio, parafrasando don Tonino Bello, è un mendicante di Cristo, è un ponte che aiuta a portare a Dio tanti fratelli e allo stesso tempo è portato a Dio attraverso di loro. Uno dei punti principali sul quale ci siamo soffermati è l’universalità del ministero sacerdotale che rende il presbitero servo e pastore per la Chiesa Universale. Esempio splendido di missionario è stato padre Ezechiele Ramin, giovane sacerdote comboniano, ucciso nei primi anni della sua missione proprio perché desiderava portare sollievo a causa dei terrori e dei dolori delle guerre, quel sollievo che è la misericordia di Dio che si fa prossimo ad ogni persona. Morto martire a 35 anni in Brasile, è stato fi n da subito “venerato” dalla sua gente, da quella a cui lui aveva portato Gesù, testimonianza palese di esempio e di bellezza della vita donata in Cristo. Momento centrale della settimana missionaria è stata la veglia ai piedi di Gesù Eucaristia, condivisa attraverso i social con i fratelli e le sorelle che ci seguono. Dinnanzi al Santissimo Sacramento la comunità ha presentato i propri bisogni e ha affi dato il suo cammino missionario in questa stessa terra di Calabria, intrisa di sofferenza e di bellezza. Abbiamo rifl ettuto attraverso le fi gure di Giona e di Paolo sulla fraternità, quella vera, quella necessaria, per un mondo bello, quella che diventa via al Cielo. Prima di salutare la comunità il padre ha incontrato il gruppo GAMIS concordando alcune esperienze da poter fare per capire e vivere pienamente la missione valorizzandola anche nelle nostre stesse diocesi. L’ultimo invito di padre Giorgio è ricordarci che la teologia si fa tanto in ginocchio quanto “con i piedi”, così da adempiere il mandato del Cristo e provare a realizzare il sogno che Papa Francesco ha espresso: “Io voglio una Chiesa povera per i poveri”.